Il mobbing è una delle problematiche medico-legali più recenti e forse per questo maggiormente affascinanti a causa delle sue molteplici sfaccettature.
Questa parola di origini anglosassoni non ha una definizione univoca: secondo gli inglesi è una pratica persistente di offese, minacce, insulti che portano ad uno stato di stress la vittima (il “mobbizzato”), negli USA ha accezione di “emotional assault” che si sviluppa con continuità in ambiente lavorativo con un escalation di abusi e terrorismo psicologico.
Le conseguenze del mobbing sono molteplici e vanno dal danno morale, al danno patrimoniale, il danno biologico di natura psichiatrica e in molti casi anche il danno esistenziale.
La diagnosi di mobbing non è quindi semplice da effettuare e va distinta da altri comportamenti dannosi in ambiente lavorativo e a cui mancano i requisiti principali quali l'organizzazione, l'obiettivo di danneggiare il lavoratore nella sua professionalità o nella sua autostima e che si inquadrerebbero meglio con richieste di risarcimento danni di altra natura.
Per questo motivo è importante, prima di intraprendere una causa per mobbing contro il proprio datore di lavoro, i colleghi o addirittura l'INAIL nel caso del lavoratore assicurato, consultare lo specialista in medicina legale per una valutazione adeguata dello stato di salute del lavoratore, delle cause che lo hanno prodotto, la sussistenza eventuale di mobbing al fine di decidere la migliore strategia giudiziaria per un eventuale risarcimento danni.